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Sezione Portieri

Portiere – Tecnica di Rialzata Veloce su Doppio Intervento, di Matthias Castiglioni

11 Gennaio 2019

Portiere – Tecnica di Rialzata Veloce su Doppio Intervento

Cari lettori, l’articolo di oggi è una proposta analitica per esaminare la tecnica di rialzata da utilizzare in un doppio intervento in tuffo.

Non di rado accade, all’interno della partita, che il portiere si trovi a dover effettuare due interventi successivi, con un intervallo di reazione molto limitato: ogni frazione di secondo che il portiere riuscirà a ricavarsi per poter posizionarsi in maniera corretta rispetto alla palla, sarà certamente decisivo al fine di poter ottenere un intervento efficace.

Durante l’apprendimento di questo fondamentale tecnico, la metodologia analitica è da prediligere per poter analizzare e rimarcare passo dopo passo quali siano gli elementi che condizionano la buona riuscita del gesto.

Esecuzione

Il portiere si posiziona in decubito laterale, che riprende il momento conclusivo di un immaginario tuffo. Il preparatore andrà a proporre un doppio intervento, intervallato dall’analisi tecnica della rialzata: per prima cosa andrà a calciare un pallone verso le braccia del portiere e, successivamente, calcerà un secondo pallone, in direzione opposta al primo, per offrire il secondo intervento al portiere.

Osservazioni

Fondamentale, durante l’apprendimento del gesto tecnico della rialzata, sarà scomporre il processo di apprendimento in momenti distinti, andando così a concentrarsi in modo sequenziale sugli elementi che lo compongono.

Per prima cosa sarà importante ricordare al nostro atleta che, nel momento conclusivo di ogni tuffo, la gamba omologa al lato di tuffo dovrà essere flessa per offrire maggiore velocità di rialzata al portiere per un ipotetico tuffo successivo.

Il piede omologo al lato in cui il portiere interviene dovrà essere anch’esso flesso, per poter già dare al portiere la spinta efficace.

La successione ideale che compone la rialzata è realizzata, in sequenza, dalla flessione del braccio omologo al lato di tuffo e l’appoggio della mano e del ginocchio a terra per potersi aiutare nella rialzata; in seguito bisognerà porre l’attenzione al posizionamento del piede di spinta e alla torsione del capo e del busto, in direzione del secondo ipotetico intervento. Decisivo sarà inoltre direzionare il piede opposto al lato di tuffo verso il punto in cui si andrà ad intercettare la palla.

In questa esercizio è possibile, nel corso del processo di apprendimento, utilizzare numerosissime variazioni:

  • Partenza in decubito laterale destro e sinistro con secondo intervento in direzione opposta;
  • Partenza in decubito laterale destro e sinistro con secondo intervento nella medesima direzione del primo;
  • Partenza in ginocchio destro e sinistro con secondo intervento in direzione opposta;
  • Partenza in ginocchio destro e sinistro con secondo intervento nella medesima direzione del primo;
  • Partenza in ortostatica con secondo intervento in direzione opposta;
  • Partenza in ortostatica con secondo intervento nella medesima direzione del primo.

Sarà poi opportuno differenziare anche le traiettorie di tiro (rasoterra, mezza altezza, alta, battente), andando a sollecitare il portiere per quanto riguarda la posizione più o meno aperta del busto.

Conclusioni

Proponendo proposte con questa tipologia di posizione di partenza, conosciuta anche come gesto scomposto, il portiere avrà la possibilità di potersi concentrare esclusivamente sulla rialzata, andando di conseguenza a focalizzare l’attenzione su un minor numero di particolari, riuscendo quindi a memorizzare più facilmente gli elementi distintivi del gesto.

 

Credit Immagine:  http://www.giallorossi.net/alisson-il-portiere-che-para-il-futuro/

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