Una metodologia moderna
Mercoledì 29 gennaio 2025 sono riuscito a seguire una seduta di allenamento della Under 15 Regionale – Girone B – della Piovese, presso la struttura di Pontelongo (PD), allenata da Diego Franzoso.
Il mio interesse è nato principalmente dalla volontà di toccare con mano la metodologia che Diego descrive su Idea Calcio; la motivazione riguarda il fatto che ritengo sia molto affine alla mia, per certi versi direi quasi speculare, sicuramente moderna e coraggiosa. Spiegherò meglio dopo cosa intendo.
La squadra, il campo e il mister
Avevo già avuto modo di “conoscere” la squadra attraverso i social e alcuni spezzoni video che Diego ha condiviso con me.
La prima impressione, anche dal vivo, è stata di un gruppo con grande potenziale fisico (considerando che stiamo parlando di ragazzi nati nel 2010 e un solo 2011), ben strutturati sia fisicamente che atleticamente.
Per quanto riguarda “il sintetico di Pontelongo”, invece, poteva essere in condizioni migliori. Battute a parte, il campo era sicuramente in condizioni difficili: alcune zone, forse, erano persino al limite della praticabilità per via del fango soprattutto nella zona centrale. Inoltre, la misura in ampiezza è al limite minimo (forse anche meno) per una squadra che gioca a 11; tant’è che inizialmente mi è sembrato un campo per l’Under 13.
Tale aspetto ha generato in me una curiosità ancora maggiore, considerato che sappiamo bene quanto un campo pesante e irregolare possa incidere sia tecnicamente che fisicamente. Ciò nonostante le condizioni del campo non hanno generato nel gruppo alcun disagio o malumore: brevemente hanno preso tutti atto della situazione e con serenità la seduta ha avuto inizio.
Questo per me è un aspetto da non sottovalutare e molto importante. Ci possono essere difficoltà di ogni tipo – fuori e dentro al campo – ma la differenza la fa sempre come vengono affrontate. Diego è una persona estremamente tranquilla in campo. Fermo nel comunicare, breve e pulito nelle sue indicazioni; anche e soprattutto con chi per svariati motivi – ricordiamo che parliamo di una Under 15 – può essere in “giornata no”. Diego è sempre sembrato professionale nel “richiamo” o nella correzione.
📝 Metodologia moderna: il Mister oggi deve essere una figura che unisce e aggrega. Nelle indicazioni e interazioni deve essere chiaro, lucido e soprattutto credibile.
La seduta di allenamento
La seduta di allenamento aveva come macro-obiettivo l’utilizzo strategico del lato forte/debole e le relazioni sulle catene esterne (il termine catene non mi piace particolarmente ma lo utilizzo perché è riconosciuto da tutti). Questa seduta, inoltre, si collegava a quella del lunedì precedente, che era stata invece incentrata sull’utilizzo del corridoio centrale.
📝 Metodologia moderna: oltre ad un focus allenante presente in ogni seduta, la stessa seduta ha un collegamento a quanto fatto in precedenza o verrà fatto in futuro.
Dopo una breve attivazione di circa 5 minuti, incentrata su mobilità dinamica e sull’aumento della temperatura corporea, la seduta ha avuto inizio.
Il gruppo è stato diviso in due squadre, rimaste poi pressoché le stesse per tutta la seduta (solo 2-3 giocatori sono stati invertiti).
Vorrei ora soffermarmi sull’allenamento, evidenziando quanto personalmente ho potuto apprezzare sia dal punto di vista pratico che nella tipologia di proposte.

Struttura della seduta
La seduta è stata suddivisa in quattro fasi e all’interno delle stesse si è lavorato con specifici tempi di movimento e di recupero.
L’intensità è stata dettata per tutta la seduta dalle richieste specifiche che il gioco presenta, come vedremo successivamente.
Tipologia e proposte utilizzate
Le proposte sono state del tutto coerenti con il macro-obiettivo della seduta – collegate fra loro – e si è costantemente lavorato in spazi reali di gioco.
Dopo una prima proposta introduttiva si è proseguito aumentando le richieste e le dimensioni dell’area di gioco, passando dalla metà campo al campo intero.
Complessità e realismo
Osservare un allenamento dell’autore del libro “Educare alla complessità del Gioco” – nonché principale autore su Idea Calcio e promotore di una metodologia basata sulla complessità del Gioco – può rappresentare un forte rischio: per lui!!!
Diego invece non mi ha deluso. Quello che ho visto rispecchia integralmente quanto possiamo trovare quotidianamente su Idea Calcio, nella vastità dei suoi contenuti:
✅ Palla protagonista
In tutte le fasi dell’allenamento è stata utilizzata la palla in contesti reali di gioco.
✅ Vincoli poco vincolanti
I vincoli di tempo e di tocchi sono presenti per orientare le scelte dei giocatori, più che per imporre rigide regole.
Il Gioco infatti scorre fluido, senza nessuna interruzione perché l’obiettivo non è sul rispetto assoluto del vincolo, ma sull’adattamento continuo alle situazioni di gioco, sviluppando così la capacità di leggere e interpretare il contesto.
✅ Complessità del Gioco
L’argomento della complessità del gioco è centrale anche nella mia metodologia. Mi considero un vero e proprio integralista, tanto da mettere in discussione ogni singolo dettaglio delle mie sedute quando rischio di allontanarmi troppo dalla realtà del gioco. Personalmente, l’allenamento deve essere il più possibile fedele delle dinamiche che si verificano durante una partita.
Nel lavoro di Diego vedo e ho conferma di un allenamento completamente immerso nella complessità del gioco. La ricerca costante di situazioni reali è la spina dorsale della seduta.
✅ Creare l’abitudine
Il sistema di assegnazione dei punteggi in alcune proposte potrebbe sembrare complesso e forse lo è nella sua logica, tuttavia, Diego ha la fortuna di disporre di un collaboratore (Francesco) attento e preciso che in ogni contesto si è rivelato un valore aggiunto.
Tornando all’assegnazione del punteggio occorre specificare che, anche in questo caso, il punto in palio non è lo strumento per definire un vincitore e un vinto. Il punteggio, nelle sue opzioni, varianti e assegnazioni extra è un mezzo per stimolare e andare a promuovere l’emergenza di specifici comportamenti, macro-principi e abitudini.
📝 Metodologia moderna: per quanto mi riguarda in questi quattro punti c’è il tutto. C’è quello che rappresenta quello che io definisco all’avanguardia. Può richiedere uno sforzo maggiore a noi Mister allenare in questa direzione rispetto ad altri approcci, tuttavia, ritengo che i risultati – a lungo termine – siano apprezzabili. Allenare senza schemi, ordini e aspetti preconfezionati, ma creare abitudini e abituare i giocatori al gioco.
Un disegno che inganna: i riferimenti
Spesso ho avuto modo di analizzare e approfondire esercitazioni e idee di Diego soprattutto in relazione alle mie. Ciò che mi sono sempre chiesto è come andasse a predisporre il campo dato che frequentemente i disegni che propone per descrivere le sue esercitazioni possono risultare “complessi” dal punto di vista grafico e organizzativo: zone interdette, aree di punteggio, zone di inserimento ecc. ecc..

Anche in questo caso ho riscontrato con piacere come sul campo i riferimenti siano invece ridotti al minimo. Si tratta di delimitatori solamente accennati, come ritengo sia giusto; nella realtà del gioco, i nostri ragazzi non avranno paletti o cinesini di riferimento.
In tutto l’allenamento sono stati utilizzati solamente una dozzina di paletti (nessun cinesino), casacche e palloni.
Nell’immagine che segue vediamo nel dettaglio l’esercitazione con il campo come è stato disegnato e come è stato predisposto.


📝 Metodologia moderna: anche questo è allenare nella complessità: togliere i riferimenti spaziali o lasciarli minimi.
Intensità
Nel corso dell’intera seduta ho riscontrato una buona intensità, scaturita direttamente dalle proposte di gioco e dunque in piena coerenza.
Verosimilmente qualche giocatore può “aver fatto un po’ di più” ma semplicemente perché appartenente a quelle catene laterali di cui si è detto prima e quindi maggiormente chiamato in causa.
Con sorpresa posso dire che, per quanto visto, il contesto strutturale (campo e condizioni) non ha inciso sulla qualità del lavoro, evidenziando una squadra in possesso di interessanti doti tecniche.
Concludendo con l’intensità vorrei soffermarmi sulle corse specifiche.
Lo stimolo allenante della seduta, sia in fase di possesso che non possesso, ha permesso di lavorare non solo sull’aspetto tattico ma anche sulle corse che gli esterni, ad esempio, dovranno affrontare in partita; sia per quanto riguarda i ripiegamenti, gli inserimenti o le corse di sacrificio.
In questo modo non si lavora solo sull’abitudine ma anche sulla corretta esecuzione del gesto tecnico e atletico, indirizzata a ottenere il miglior vantaggio possibile in base alla situazione di gioco.
📝 Metodologia moderna: la componente fisico/atletica è parte del gioco. La specificità del gesto, con e senza palla, può essere collegata direttamente a come la nostra squadra vogliamo si comporti in gara. Allenare tutti gli aspetti in funzione del gioco sono convinto che possa portare solo benefici.
Considerazioni finali
Nutro una grande stima per Diego. Esprimere e condividere pubblicamente idee e spunti metodologici che non sempre possono essere compresi o valutati nel contesto corretto richiede coraggio.
Osservare la sua seduta mi ha confermato quanto la metodologia che racconta non è solo teoria ma qualcosa di concreto: Diego fa esattamente ciò che condivide qui su Idea Calcio, nessuna finzione.
Esercitazioni sempre legate alla realtà del gioco, richieste chiare ma senza costrizioni, intensità generata naturalmente dalle situazioni di gioco e un’attenzione costante all’adattamento dei giocatori. Un approccio che rispecchia profondamente anche la mia metodologia e nella quale mi riconosco pienamente.
Questo è ciò che significa – secondo me – allenare con una metodologia moderna.
È un approccio che richiede sicuramente più impegno, più attenzione ai dettagli e una grande coerenza, ma che sul lungo periodo può fare davvero la differenza.
🙋🏼♂️ La parola a Diego Franzoso
Nel ringraziare Cristiano per le belle parole che ha speso per me, vorrei fargli pubblicamente i complimenti per la curiosità e il tempo che ha deciso di investire per venire a vedere dal vivo una seduta di un allenatore e di una squadra dilettante; sobbarcarsi 5 ore di viaggio tra andata e ritorno è un impegno che sicuramente in pochi sono disposti a fare.
Di tutti i complimenti che Cristiano mi ha rivolto vorrei tuttavia spendere due parole per due di questi: la metodologia e ciò che ha trovato.
Come scrivo in moltissimi miei contributi la mia metodologia è in continua evoluzione e oggi non solo non rifarei quello che proponevo 20 anni fa, ma nemmeno quello di 5. Vedo a volte invece allenatori un po’ fossilizzati nel loro modus operandi, che affermano che è da 20 anni magari che allenano allo stesso modo. Personalmente, una delle qualità che apprezzo maggiormente negli allenatori con cui lavoro in viste di responsabile tecnico è la voglia di mettersi in gioco, la curiosità di sperimentare e capire se non vi sia un modo migliore di fare ciò che abbiamo fatto ieri.
L’ultimo punto lo spendo sul complimento più grande che mi ha fatto Cristiano dal vivo: “Ho trovato un allenatore che è ciò che propone”. L’essere vero, sicuramente a volte un po’ scontroso (dirà qualcuno) ma reale, è una qualità di cui vado fiero. Ho sempre avuto infatti molto timore di chi indossa delle maschere pur di apparire e oggi, in un mondo che comunica per lo più tramite i social, ho imparato a diffidare di chi non conosco dal vivo.
Negli ultimi anni vengono ogni stagione a trovarmi 2-3 allenatori curiosi di vedermi lavorare sul campo. A chi mi scrive chiedendo se ve ne fosse l’opportunità ho sempre risposto in maniera affermativa, poiché di segreti o ricette magiche non ne ho mai avute. Le porte delle mie sedute d’allenamento sono pertanto sempre aperte.