“FootSofia”: Transizioni numeriche, l’approccio differenziale nel numero di giocatori coinvolti
Per i pitagorici tutte le cose sono costituite da numeri: l’ordine e il caos, il dispari e il pari, l’elemento maschile e il femminile, le forme e trasformazioni… tutto il divenire della realtà è insomma legato ad una dottrina dei numeri. Il numero, potremmo dire, regge l’universo. Anche il gioco può essere visto come una continua trasformazione di numeri. Anzi, in una situazione concreta di gioco la variabilità numerica è sempre molto elevata. Si parte certo in condizione di parità (11v11, 9v9 – 7v7, ecc.), ma effettivamente di tutti i giocatori schierati in campo solo alcuni vengono direttamente coinvolti a seconda della situazione: rispetto alla circostanza con o senza palla, alla distanza dalla palla stessa, rispetto alla zona di campo, agli spazi di gioco, alcuni giocatori agiscono nel contesto immediato dell’azione – sono nella tormenta del gioco potremmo dire – altri percepiscono che cosa sta accadendo nel gioco e vi possono intervenire indirettamente, altri ancora lo interpretano da una prospettiva più ampia e possono agire più indirettamente (per esempio con la voce, con uno smarcamento preventivo ecc…).
Aggiungiamo che il gioco non offre mai una fotografia statica di sé stesso, ma nella sua dinamica, nel suo svolgersi, passa sempre attraverso situazioni completamente diverse. Non solo, dal punto di vista della zona di campo, o dello spazio più o meno ristretto in cui si agisce, o del tempo più o meno ampio per poter intervenire nel gioco, ma anche e soprattutto dal punto di vista numerico: si costruisce un 5v3 con avversari in pressione, si transita in una zona esterna del campo dove viene a crearsi una momentanea superiorità di 2v1 sulla catena laterale, ci si appoggia sugli attaccanti in una situazione che invece vede una superiorità avversaria 2v4, si perde palla e si attua il principio della contro-pressione (gegenpressing) andando immediatamente sui riferimenti uomo su uomo e rispetto agli appoggi avversari si crea una situazione di 4v4.
Sono solo alcuni esempi per dire come nell’azione di gioco la situazione numerica transita continuamente da superiorità, doppia o tripla superiorità, parità, duello singolo, inferiorità numerica, ecc. Nell’arco di pochi attimi o pochi secondi.
It’s a transition game. É un gioco fondamentalmente di transizione perché anche all’interno delle fasi di possesso o di non possesso le transizioni numeriche, cioè la variabilità dei giocatori che possono direttamente agire nel gioco, sono molto frequenti in un lasso di tempo ridotto.
Eppure, le nostre esercitazioni non sempre rispecchiano questa variabilità. Proponiamo una situazione di 3v2 che rimane fissa per tutto l’esercizio, giochiamo uno small sided game in costante 4v4, teniamo il rondo 3v3+2J nello stesso spazio determinato, alleniamo l’1v1 ma senza la diretta possibilità che possa diventare immediatamente 2v1 o 3v1, ecc. All’interno dell’esercitazione alleniamo cioè spesso le singole situazioni numeriche ma non il passaggio, la transizione, da una situazione numerica all’altra, che è quello che invece accade molto frequentemente nel gioco. Vorrei allora discutere di alcune tipologie di proposte che possono favorire la variabilità numerica, cioè differenziare nella stessa esercitazione il numero di giocatori coinvolti, abituando i giocatori stessi alla transizione veloce da una situazione numerica all’altra, con l’obbiettivo di stimolare una lettura o una interpretazione della diversa circostanza numerica.
Jolly inverter. Solitamente usiamo il jolly di supporto, di appoggio, come un “comodino” che garantisce la situazione numerica (una superiorità) o al massimo due possibili variabili numeriche diverse (per esempio 3v3+2J, cioè doppia superiorità con doppio jolly in favore dell’una o dell’altra squadra, a seconda di chi ha il possesso). Ma se invece fossero i jolly a sparigliare continuamente le carte in tavola, cioè a determinare repentinamente un cambio numerico? Pensiamo a jolly di colore diverso che possano agire anche in reverse, cioè poter invertire la dinamica numerica: mantenere il flusso del possesso e guadagnare un giocatore oppure invertire il gioco e perdere un giocatore, ristabilire una parità numerica o giocare una doppia superiorità?
Generator or killing zone. Il repentino cambio numerico della situazione di gioco anziché essere innescato da giocatori jolly potrebbe essere azionato dalla giocata in zone che fanno aumentare o diminuire il numero di giocatori coinvolti. Un killer pass in una determinata zona che toglie giocatori agli avversari, il passaggio in un “serbatoio” di fissatori in ampiezza che aumenta il numero dei propri.
Sparapalloni. In questo caso la differenziazione numerica rispecchia la messa in gioco di più palloni in sequenza, ognuno dei quali viene “sparato” o messo in gioco ad ogni azione che si conclude (ad esempio con un goal o con la palla che esce dal campo di gioco). Ciascun pallone rappresenta quindi una situazione numerica di tipo differente e l’atteggiamento è quello di transitare in maniera rapida da una situazione all’altra per interpretare velocemente le diverse superiorità, inferiorità o parità numeriche.
Estensioni spazio-numeriche. Spesso la variabilità numerica è legata agli spazi diversi: il gioco in una zona di campo coinvolge un certo numero di giocatori ma quando si espande o si estende ad altra zona il numero cambia. Ecco che la variabilità numerica nelle esercitazioni potrebbe essere legata alla conquista di campo o alla estensione del gioco in un ulteriore spazio. Es: creare una palla libera in un’area di gioco che prevede la parità numerica per giocare una superiorità su un campo finale più esteso.
Entanglement. Prendiamo a prestito un termine difficile legato alla fisica quantistica per parlare semplicemente di correlazione a distanza: un determinato comportamento di uno/più giocatori in un’area di gioco (es: si libera un giocatore in una zona di campo, oppure si ottiene un obbiettivo richiesto come una giocata con il terzo uomo, ecc.) provoca immediatamente un cambiamento o interazione a distanza di altri giocatori, in questo caso interazione di tipo numerico (es: il terzino opposto invade uno spazio interno innescando superiorità centrale).
Queste semplici idee tipologiche possono svilupparsi ovviamente in molteplici esercitazioni concrete differenti, a seconda degli obbiettivi, degli adattamenti al proprio gruppo di giocatori, alle situazioni di gioco che si vogliono ricreare e via dicendo. La matrice è comunque favorire, all’interno dello stesso sviluppo di gioco, una variabilità numerica continua che stimoli i ragazzi a interpretare le diverse situazioni e ad adattarvisi.
Con animo un poco pitagorico, anche inseguire i numeri e il loro sfuggire in dinamiche sempre diverse, può rivelarsi uno strumento utile per comprendere qualcosa in più della complessa realtà del gioco. Che in fondo, come per i pitagorici, rimane un mistero.
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