Calcio Femminile

Programmare nel calcio: il warm up ed i suoi aspetti tecnico-tattici in una selezione femminile

20 Dicembre 2024

LAUREA IN SCIENZE MOTORIE, TESI DI RICCARDO PISTOCCHI

Introduzione

Questo elaborato nasce con l’idea di argomentare ed analizzare la programmazione dell’allenamento e, nello specifico, la fase di “riscaldamento” o “warm up”.
L’esperienza personale di queste ultime stagioni calcistiche mi ha portato ad avere un’attenzione ancora più approfondita verso lo studio e la proposta diretta portata in campo per quanto riguarda tutti gli aspetti sia tecnici che tattici individuali da sviluppare per una selezione femminile di calcio a 11 in questa prima fase dell’allenamento, non avendo sempre a disposizione il tempo materiale, anche in termini di numero di sedute settimanali, tale da poter sviluppare un percorso tecnico che sia continuativo e coerente con le reali necessità.

Questo deriva, alla luce delle ultime due stagioni che ho vissuto in una prima squadra e in una selezione primavera, entrambe partecipanti a campionati nazionali, da anche quelle difficoltà maggiori riscontrate da tutte quelle che atlete che non hanno avuto la fortuna di aver affrontato un percorso lineare o comunque completo a differenza dei colleghi maschi, magari iniziando l’attività calcistica dopo i 12-13 anni, in alcuni casi con trascorsi da altri sport.

Per una ragazza l’opportunità di poter praticare lo sport del calcio sin dalla primissima fascia d’età (5-6 anni) non è scontata e questo, per chi non ha potuto farlo, comporta sicuramente un handicap nella crescita e nella conoscenza di tutte le gestualità tecniche di base e tattiche individuali, intese anche come scelte con o senza palla, che vengono apprese in maniere esponenziale in tutto il periodo di formazione rappresentato dalla “scuola calcio” fino alle selezioni “Esordienti” dove la scoperta del gesto all’interno del gioco diventa il tesoro che la bambina o il bambino potrà portarsi dietro per tutta la propria “carriera”, arricchendola di tutti i contenuti tattici collettivi che andranno ad incontrare nel loro futuro.

I motivi alla base di tutto questo, secondo me, sono molteplici: culturali in primis, calcio e donne sono ancora distanti nella mente di tante persone, questo porta opposizioni alla pratica anche dalle famiglie stesse delle bambine che, invece, vorrebbero praticare.
Scarso interesse nelle società sportive ad investire nelle selezioni femminili, tecnici poco preparati e poco stimolati, ritenendo questa attività come un minus per la propria carriera.
Strutture non adatte e pochi fondi a disposizione soprattutto a livello dilettantistico hanno portato ad un gap nei confronti di quanto succede fuori dai nostri confini che sembra, negli ultimi anni, aver preso una strada differente, nuova, entusiasmante, ma pur sempre piena di difficoltà.

L’aver “obbligato” le società professionistiche di calcio ad investire nelle selezioni femminili ha portata sicuramente vantaggi a tutto il movimento. Il professionismo in Serie A femminile, tesseramenti di determinate figure professionali (in termini di abilitazioni tecniche federali) all’interno degli staff sia di prima squadra che nelle selezioni giovanili, la trasmissione su televisioni e varie piattaforme online delle partite di Serie A e Serie B, hanno sicuramente aumentato una visibilità che potrà anche avere dei riscontri in termini di avvicinamento alla pratica sportiva da parte delle più giovani, che dovranno, se ben supportate in termini di strutture e investimenti nelle figure tecniche e dirigenziali, essere il vero motore di tutto il movimento, non solo a livello professionistico ma anche a livello dilettantistico.

All’interno di un’ideale stagione calcistica, dalla preparazione a luglio o ad agosto (in base alla categoria) ai mesi di maggio o giugno, la mia analisi partirà dalla struttura delle sedute d’allenamento inserite nei micro-cicli settimanali che in base ai mezzi proposti avranno la finalità di raggiungere obiettivi predeterminati in base al periodo nel quale si svolgeranno le sedute stesse.
La seduta dovrà essere inserita nella “settimana tipo”, variabile in base alla categoria di riferimento, che avrà sue specifiche peculiarità in base al periodo della stagione; farà poi seguito un’analisi sulle varie tipologie di warm up, avendo attenzione sui contenuti tecnici e tattici individuali inseribili al loro interno, fulcro della tesi.
A seguire vi sarà una menzione importante per gli aspetti psicologici, che oltre a quelli condizionali, differenziano inequivocabilmente una selezione femminile da una maschile. Raggiunto l’insieme teorico di quanto detto in precedenza andremo a sviluppare proposte ed esercitazioni pratiche che saranno poi oggetto dell’elaborato e come queste ultime facciano da vero e proprio “ponte” per la parte centrale dell’allenamento, dove l’atleta andrà ad affrontare lo stimolo principale della seduta.
Infine, non meno importante, analizzeremo il warm up pre-gara, su come svilupparlo e come definirlo.

Inserire, all’interno del riscaldamento, esercitazioni di tecnica analitica o situazionale con la palla, andando ad integrare questa fase in collaborazione con il preparatore atletico e le altre figure eventualmente presenti all’interno dello staff, ci permetterà (oltre a rendere anche più piacevole e funzionale questa fase) di poter lavorare con continuità in ogni momento della stagione.
La tesi, quindi, oltre ad incentrarsi prevalentemente sulla fase iniziale della seduta d’allenamento, ha l’obiettivo di rendere chiari, nell’esposizione più semplice possibile, come possono essere affrontati e soprattutto sviluppati in quest’ultima tutti i temi tecnici e tattici individuali che, a parere personale, sono la base senza la quale in nessuna squadra, di qualsiasi età, categoria, professionista, dilettante o amatoriale che sia, ogni obiettivo collettivo difficilmente può essere realizzabile, soprattutto quando oltre al poco tempo a disposizione i singoli calciatori (nel nostro caso calciatrici) non eccellono o non hanno definite basi solide pregresse.

1 – La seduta di allenamento

Per un allenatore, saper strutturare una seduta di allenamento efficace, determina considerevolmente la qualità del lavoro che nell’arco della stagione porterà miglioramenti alle atlete sia da un punto di vista tecnico-tattico individuale e collettivo, che da un punto di vista condizionale.
La crescita avverrà grazie e soprattutto anche alla capacità di coinvolgimento da parte dell’allenatore e dello staff delle atlete alla seduta stessa, per questo ritengo fondamentale che essere in grado di variare, rendere stimolanti le esercitazioni, differenziare, risultare coinvolgenti, sempre avendo comunque una linea coerente con gli obiettivi prefissati, possa essere la strada giusta da percorrere.

Determinare gli obiettivi, sia a breve che lungo termine, ed anche saperli modificare nel tempo in base alle risposte che avremo sul campo, sia in termini di crescita che non, è fondamentale per poter mettere nelle condizioni migliori le atlete e far sì che quest’ultime possano apprendere e sentirsi pienamente dentro ad un progetto che non può non trascendere dalla loro crescita individuale. Ritengo fondamentale quest’ultimo punto per il semplice motivo che la squadra, di qualsiasi sport si tratti, possa avere giovamenti nel lungo periodo a livello collettivo esclusivamente se vi sono miglioramenti dal punto di vista individuale delle ragazze; questo soprattutto quando il lavoro verrà svolto su atlete che partecipano a campionati giovanili dove il risultato in campo non può e non deve essere l’obiettivo primario dell’allenatore o della società, bensì dovrà essere la preparazione delle ragazze verso una prima squadra. Ciò non significa che l’aspetto competitivo debba essere tralasciato o trascurato. Imparare a gestire vittorie e sconfitte, momenti positivi e momenti negativi, fa parte di un percorso che non sempre viene compreso o sostenuto in ottica di crescita. Che si parli comunque di prima squadra o di una selezione giovanile, sarà importante focalizzarsi esclusivamente sul lavoro quotidiano e trasmettere l’importanza della perseveranza e dell’allenamento alle ragazze.



Per organizzare una seduta di allenamento, pur questo elaborato voglia concentrarsi su aspetti per lo più tecnico e tattici, per l’allenatore è fondamentale anche avere basi solide per quanto riguarda la sfera condizionale delle atlete. Importante è conoscere cos’è l’allenamento, e la definizione di Carlo Vittori risulta completa nella sua esposizione: “L’allenamento è un processo pedagogico educativo continuo che si concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in qualità, quantità e intensità, tali da produrre carichi progressivamente crescenti, che stimolano i processi fisiologici di super-compensazione dell’organismo e favoriscono l’aumento delle capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara”.

Pur non essendoci nessuna differenza da un punto di vista tecnico tattico tra il calcio giocato dai ragazzi e quello dalle ragazze, ci sono notevoli differenze negli aspetti fisici che si presenteranno al momento della pubertà, intorno ai 12-14 anni. Fino a questo momento le dimensioni del corpo, grandezza delle ossa e composizione corporea sono pressoché simili. In età adulta, invece, statura, peso corporeo, percentuale della massa grassa saranno decisamente diverse tra uomo e donna nonché vi saranno altre differenze quali: diametro del torace minore, fianchi più larghi e spalle più strette, una diversa anatomia delle ossa del bacino per citare le più importanti.

La diversa anatomia del bacino e masse muscolari inferiori rispetto ai maschi porteranno ad un deficit di forza, in tutte le sue componenti, che non dovranno mai essere trascurati soprattutto nella scelta di alcuni mezzi di allenamento, soprattutto nella fase di riscaldamento dove si potranno integrare ai classici esercizi di mobilità anche a richiami continui di esercitazioni legate al rinforzo muscolare. Avere, inoltre, sempre o quando è possibile, monitorato anche il ciclo mestruale delle atlete può diventare un’arma importante perché questo può influire nella prestazione. Fondamentale, quindi, per una corretta programmazione della seduta, diventa la conoscenza da parte dell’allenatore, del preparatore atletico e dello staff del modello prestativo femminile a partire dalle proposte di riscaldamento soprattutto in ottica preventiva essendo le ragazze più soggette ad infortuni, in particolare alle articolazioni quali caviglie e ginocchia (uno degli infortuni più frequenti è quello relativo alla lesione del crociato anteriore).

Stabilire in anticipo mezzi e metodi di lavoro adeguati, avere un controllo deciso sull’andamento e saper proporre eventuali modifiche anche in corso d’opera, è la base per una corretta programmazione e svolgimento della seduta.

La seduta d’allenamento può essere suddivisa in tre fasi:
1 – Il riscaldamento (o warm up)
2 – Parte centrale
3 – Defaticamento

Questa sarà la base di partenza con la quale, attraverso i mezzi a nostra conoscenza, andremo ad organizzare ogni fase dell’allenamento, in base agli obiettivi tecnici tattici e condizionali prefissati.

Prima della fase di riscaldamento potrà essere effettuata una sessione di pre-training, coordinata dal preparatore atletico, nella quale le atlete potranno, anche in maniera autonoma, eseguire esercitazioni sia di tipo statico che dinamico, atte ad agire sulle proprie capacità motorie coordinative, andando a lavorare sull’attitudine alla gestione organizzata e controllata del proprio corpo. Lavorare in questa direzione significa anche dare importanza alla prevenzione verso eventuali infortuni come scritto in precedenza che, parlando di atlete, possono frequentemente presentarsi.

Il riscaldamento vero e proprio sarà poi effettuato, tramite esercitazioni a “secco” o con la palla, se non entrambe in esercitazioni integrate, in sinergia tra il preparatore atletico e l’allenatore (o altri componenti dello staff), per preparare al meglio il gruppo squadra che andrà ad affrontare poi la parte centrale dell’allenamento, la quale, oltre a poter proporre svariati contenuti (da tecnico-tattici individuali e collettivi, a condizionali e psicologici/cognitivi), sarà effettuata attraverso innumerevoli mezzi di allenamento proposti: da partite a tema, partite situazionali, esercitazioni condizionali, proposte integrate etc. fino alla partita, parte conclusiva di questa parte.

Terza ed ultima fase, ma non meno importante, sarà dedicata al defaticamento, dove l’obiettivo generale sarà il ripristino delle condizioni ottimali per un ritorno graduale alla “normalità” per le atlete.

All’interno di ogni fase andrà posta una particolare attenzione, oltre alle risposte fisiologiche che possiamo riscontrare, anche all’idratazione delle atlete, aspetto troppo spesso sottovalutato e rischioso in termini di affaticamento precoce ed eventuali infortuni per un carico non adeguato allo stato fisico in quel determinato momento.

La seduta di allenamento dovrà, come scritto in precedenza, essere coerente con il modello prestativo della calciatrice, e attraverso i mezzi che sono rappresentati dall’insieme degli esercizi, sia a livello condizionale che tecnico tattici, e i metodi, cioè i mezzi in differenti proposte, portare le atlete verso l’obiettivo finale di prepararle all’evento della partita, atto conclusivo di questo percorso.

Non sempre però l’allenatore può disporre di strutture e attrezzature adeguate al raggiungimento degli obiettivi preposti (campi ristretti, superfici irregolari, spazi condivisi) e questo può incidere notevolmente sul lavoro a lungo termine. Sarà pertanto fondamentale conoscere preventivamente tutte le difficoltà che sia lo staff che le giocatrici possono incontrare per far sì che ogni allenamento diventi effettivamente “allenante”.

Ogni seduta avrà proprie peculiarità, anche in base al periodo della stagione (differente sarà allenarsi in orario mattutino in fase di preparazione che invece svolgere allenamento in orario serale a dicembre), e quindi anche la durata della stessa potrebbe subire dei cambiamenti.
Dedicare il tempo giusto ad ogni fase dell’allenamento diventa, quindi, importante anche in base al giorno della settimana perché gli obiettivi saranno differenti: una seduta del lunedì o martedì post partita della domenica non potrà avere lo stesso volume di una seduta del mercoledì o del giovedì dove andremo a ricercare obiettivi diametralmente opposti.

In questa direzione vi deve essere un’accurata conoscenza riguardo al carico d’allenamento: quest’ultimo viene definito come “la somma del lavoro richiesto dall’atleta, ovvero l’insieme delle sollecitazioni funzionali provocate da quest’ultimo in un determinato periodo di tempo”.

2 – La settimana tipo all’interno della programmazione

Per programmare una seduta di allenamento all’interno di una “settimana tipo”, la nostra base di partenza sarà determinata anche e soprattutto dalla conoscenza della categoria e dalla società nella quale andremo a lavorare. Differente, infatti, sarà guidare una selezione giovanile che partecipa ad un campionato organizzato dal centro sportivo italiano oppure una selezione professionista di ragazze o ragazzi selezionati che partecipano ad un campionato nazionale organizzato dalla federazione italiana giuoco calcio. Strutture, orari, spazi, attrezzature, disponibilità (anche economiche) della società stessa determineranno le nostre possibilità di lavoro pratico sul campo. Dalle 2 sedute settimanali delle scuole calcio dilettanti, all’allenamento praticamente quotidiano delle professioniste, fondamentale sarà la capacità di adattamento e le competenze effettive di ogni allenatore o componente dello staff.

Programmare efficacemente sedute ed obiettivi, sia a breve che a medio lungo termine, non sarà semplice ed implicherà una mole notevole di lavoro. La programmazione dell’allenamento significa decidere in anticipo i mezzi e i metodi di lavoro e il loro andamento temporale, allo scopo di realizzare un progetto di allenamento. “Il buon programmatore“, quindi, è colui che riesce a minimizzare gli effetti del caso.

Le tappe di una buona programmazione sono essenzialmente tre:

1 – elaborazione teorica di un programma (per esempio, stabilire gli obiettivi e i mezzi da utilizzare in un dato periodo, breve o medio termine, a seconda dell’età, del livello, delle caratteristiche dei giocatori, del tempo a disposizione e delle strutture disponibili)
2 – attuazione del programma stilato (entrano in gioco la pratica da campo e le relative variabili)
3 – controllo ed eventuale aggiustamento in corso d’opera della programmazione effettuata (per esempio, modificare il programma delle sedute in base alle risposte fisiche degli atleti o di alcuni imprevisti)

Per stilare una programmazione la più possibile corretta non può prescindere dalla conoscenza del modello prestativo del calciatore.”

In questo elaborato l’idea sarà quella di analizzare proposte adeguate per una selezione femminile che partecipa ad un campionato nazionale primavera, indifferente che sia il campionato di Primavera 1 o Primavera 2. Impensabile, quindi, è provare a programmare interamente una stagione, le variabili che possono presentarsi sono svariate e imprevedibili.

“Tutte le squadre e tutti i giocatori sono diversi, quindi l’allenatore deve essere bravo ad adattare il lavoro alla situazione del momento. Questo significa che ciò che ha funzionato in una stagione possa diventare inefficace in quella successiva, quindi non deve essere replicato in modo identico.”2

Quello che possiamo fare è organizzare la nostra settimana tipo all’interno di una struttura in cicli. Suddividere la stagione sportiva in cicli sarà, quindi, il primo passo verso la definizione del lavoro e degli obiettivi che andremo a prefissare di lungo (piano annuale), medio e breve termine. In ordine avremo:

  • Macro-cicli (programmazione a medio termine)
  • Meso-cicli (programmazione a medio termine)
  • Micro-cicli (programmazione a breve termine)
  • Nano-cicli (programmazione a breve termine)

La settimana ideale andrà dunque inserita all’interno di una programmazione annuale che prevede i seguenti macro-cicli:

✔️ Pre-campionato
✔️ Primo periodo agonistico
✔️ Periodo transitori
✔️ Secondo periodo agonistico
✔️ Parte finale di stagione

Questi macro-cicli non sono altro che la suddivisione della stagione sportiva in base agli impegni agonistici che il calendario della federazione proporrà. Il pre-campionato non è altro che quel periodo dedicato alla preparazione, nonché conoscenza da ogni punto di vista, che sia tattico tecnico condizionale e psicologico del gruppo squadra da parte dello staff, con anche inserimento di tutti i test sia fisici che tecnici per raccogliere più dati e impressioni possibili. Si ritiene che la preparazione sia determinante per avere un buon rendimento dal punto di vista fisico della stagione, ma in realtà l’aspetto fondamentale è cercare di mantenere una certa uniformità per tutti i mesi successivi, così da dare continuità e progressività al lavoro svolto. Importante sarà fin da subito svolgere partite amichevoli per poter avere un riscontro reale e tangibile del lavoro svolto in allenamento, preferibilmente almeno una a settimana contro altre selezioni femminili, sia under 17 che pari categoria. Ritengo più utile affrontare prime squadre di selezioni femminili in termini di amichevoli nelle settimane successive alle prime di preparazione, in quanto la gradualità del carico sia fisico che psicologico va gestita in maniera oculata.

Il primo periodo agonistico coinciderà con l’inizio del girone d’andata, che tendenzialmente si svolgerà fino alle festività natalizie. Aspetto da non sottovalutare, all’interno di questo macro-ciclo, sarà determinato dalle pause di campionato causate dagli impegni delle nazionali, sia maggiori che giovanili, che potrebbero creare non pochi disagi in relazione sia al numero di partite da disputare (poche nel totale, rispetto ai colleghi maschi) sia ad un mancato mantenimento costante, continuo ed efficace del lavoro proposto quotidianamente da svolgere poi nella partita di campionato.

A tal proposito possono essere d’aiuto gare amichevoli che, pur quanto non potranno proporre intensità e dinamiche di un match vero, risultano fondamentali per non allontanare le atlete dall’abitudine alla partita, in ogni suo punto di vista.

Il periodo transitorio si svolge all’interno delle festività natalizie, fino alla ripresa del campionato. Bisognerà trovare un giusto compromesso tra il lavoro da effettuare sul campo e una effettiva pausa dall’attività (anche per solo una settimana o dieci giorni, soprattutto da un punto di vista psicologico, “staccare”, infatti, può essere più importante che allenarsi) in quanto la maggioranza delle atlete sono per lo più studentesse e compiono durante tutto l’arco della stagione enormi sacrifici per conciliare l’impegno scolastico con quello sportivo.

Il secondo periodo agonistico coinciderà con la seconda parte della stagione vera e propria, tendenzialmente con la fine del girone d’andata e lo svolgimento completo del girone di ritorno.
Anche all’interno di questo macro-ciclo pause e soste saranno presenti, e come nel primo, la soluzione per dare continuità potremmo trovarla con partite amichevoli o allenamenti congiunti con la nostra prima squadra.

Il macro-ciclo che definisce la parte finale di stagione sarà dedicato alla conclusione del campionato, a tornei e partite amichevoli.

All’interno di questi macro-cicli, avremo i meso-cicli, corrispondenti ad un termine temporale identificabile con una mensilità o quattro-cinque settimane. All’interno dei meso-cicli, la definizione degli obiettivi tecnici tattici e condizionali sarà ben più definita e accurata rispetto ai macro-cicli, ma ancora non così specifica rispetto ai micro-cicli in quanto, nell’arco di un mese, le variabili che possono influenzare la scelta del lavoro da svolgere può mutare considerevolmente.

Attraversati i macro-cicli ed i meso-cicli, troviamo i micro-cicli, nonché la classica settimana dalla giornata del lunedì fino alla partita del sabato o della domenica. Abbiamo, infine, il nano-ciclo che corrisponde ad un intervallo ancor più ristretto, dai due ai tre giorni.

Una settimana tipo all’interno di un periodo agonistico, per la nostra categoria di riferimento, potrà essere così sviluppata:

Lunedì Riposo
Martedì Seduta di allenamento
Mercoledì Seduta di allenamento
Giovedì Seduta di allenamento
Venerdì Seduta di allenamento
Sabato Eventuale seduta di rifinitura
Domenica Gara di campionato

Ogni seduta avrà specifiche peculiarità ed obiettivi, sia da un punto di vista tecnico tattico che condizionale e psicologico, anche e soprattutto in base alla distanza temporale tra la
stessa e la partita di campionato.

La durata, ad esclusione del pre-training, sarà compresa tra i 90 ed i 110 minuti dal lunedì al venerdì mentre la rifinitura potrebbe anche arrivare a massimo 60-75 minuti totali. Tra la seduta del venerdì e l’eventuale seduta di rifinitura del sabato vi sarà anche un focus sulle avversarie della domenica anche se difficilmente si possono avere informazioni dettagliate non avendo per questi campionati immagini e video da analizzare sulle partite di ogni turno di campionato.

3 – Le tipologie di Warm up

Strutturata la seduta di allenamento, all’interno della settimana tipo, andiamo ad analizzare la prima fase della seduta.

Il riscaldamento (o warm up) è la parte con la quale si apre la seduta ed è molto importante ed utile perché interviene su vari fattori: aumenta la temperatura corporea, migliora la coordinazione, riduce il rischio di infortuni e predispone il fisico ai carichi di lavoro successivi o alla partita che si dovrà affrontare.

“Il warm up, quindi, ricopre essenzialmente il compito di predisporre le varie funzioni dell’organismo stesso ad una capacità di lavoro e di performance superiori, di gestire al meglio l’eterostasi e di sfruttare al meglio e di sfruttare al meglio ed a esclusivo vantaggio dell’organismo gli scossoni che i passaggi dall’una all’altra stasi (situazione -sosta) comportano.

Oltre che a prevenire gli infortuni, un adeguato riscaldamento serve ad innalzare, potenziare le qualità fisiologiche, psicologiche, tecniche, tattiche atte a fronteggiare la fase seguente della seduta di allenamento e/o della gara.”

Figura fondamentale sarà quella del preparatore atletico che, in sinergia con l’allenatore e agli obiettivi tecnico tattici indicati da quest’ultimo, valuterà le proposte più idonee per la seduta, in base al giorno della settimana, di conseguenza agli obiettivi condizionali, e alla lontananza dal giorno gara.

Risulta, quindi, oltre a tutte le varie conoscenze tecnico tattiche dell’allenatore, avere elevate competenze per tutti gli aspetti condizionali che intervengono sulle giocatrici.

Il riscaldamento rientra nei mezzi a carattere generale e, come ogni altra fase dell’allenamento, il carico di lavoro dovrà essere proposto sempre in corrispondenza oltre ai suoi parametri quali intensità, durata, densità, volume e frequenza anche ad i suoi principi: progressività, continuità, periodizzazione, variazione, successione razionale ed efficacia.

“Sia quello che precede la gara sia quello pre-allenamento il riscaldamento è una fase importante e delicata, che troppo spesso, però viene sottovalutata. Sia la durata sia l’intensità sono fattori da valutare attentamente per le possibili ripercussioni sull’attività muscolare.
Se da un lato un riscaldamento troppo breve è inefficace (non prepara in modo adeguato le articolazioni e i muscoli), dall’altro uno troppo lungo o eccessivamente intenso può addirittura rendere meno proficua l’attività successiva, in particolare la partita. Un buon riscaldamento deve avere una durata globale di 20-25’ ed essere suddiviso in una parte generale e una speciale. Nella prima si ricerca l’aumento della temperatura corporea tramite attività di corsa (con o senza palla) e mobilizzazione attiva delle principali articolazioni (ginocchia, rachide, bacino) grazie a esercizi di stretching dinamico.

In quella speciale si incrementa l’intensità dell’attività cardiovascolare e muscolare mediante proposte specifiche con la palla (esercitazioni, tecniche, possessi), cambi di direzione, allunghi e sprint.

Il warm up, quindi, per essere eseguito in modo corretto dovrebbe suddividersi in più fasi, distinte ma non distanti tra loro. La prima fase sarà a conduzione esclusiva del preparatore atletico e dei collaboratori dello stesso, avendo questa l’obiettivo di essere una vera e propria “messa in moto”, andando a ricercare tramite mobilità, andature, spostamenti un’attivazione neuromuscolare dell’atleta. Nella seconda fase (o speciale) entra in gioco la specificità dell’obiettivo della seduta, sia da un punto di vista condizionale che da un punto di vista tecnico tattico.

Diverse sono le varie tipologie di riscaldamento applicabili in riferimento alla seduta, risulta fondamentale anche l’integrazione in alcuni casi tra le esercitazioni senza palla e quelle con la palla andando a definire l’esercitazione come “integrata”. Per un tecnico diventa indispensabile, soprattutto quando le sedute sono ridotte ed il tempo scarseggia, dedicare questa fase del riscaldamento a proposte che coinvolgano le
giocatrici attraverso l’utilizzo della palla.

A questo proposito, strutturando un progetto individuale sull’atleta in base alle carenze tecnico e tattiche riscontrate, si può creare una vera e propria periodizzazione delle attivazioni tecniche all’interno del riscaldamento: “Il riscaldamento, se ottimizzato ed efficace, dovrebbe agevolare l’atleta, nelle successive attività, performando al massimo le proprie possibilità sotto tutti i punti di vista. Un altro aspetto fondamentale su cui vale la pena riflettere è il tempo da dedicare al warm up e quanto questo possa incidere nel lungo periodo dal punto di vista formativo sul giovane calciatore. Tenendo presente che un buon riscaldamento può durare dai 10’ ai 30’, dedicare ad esempio 15’ per 4 allenamenti settimanali ci permetterebbe di svolgere 12 ore di lavoro di alta qualità in un trimestre, andando a sfruttare il potenziale formativo e rinforzare i concetti di natura fisico-motoria, tecnico-tattica e psicologica che lo staff vuole ricercare.”

In base alla nostra settimana tipo composta da 4 allenamenti, non avendo sempre a disposizione la giornata del sabato per l’eventuale rifinitura, un esempio di programmazione per i warm up da proporre potrebbe essere così rappresentata:

Martedì: Warm up preventivo-coordinativo
Mercoledì: Warm up tecnico-coordinativo
Giovedì: Warm up tecnico-tattico integrato
Venerdì: Warm up ludico

Nella seduta del martedì, la prima post gara, all’interno del warm up preventivo coordinativo si avrà un’attenzione particolare agli aspetti preventivi e coordinativi nella prima parte del riscaldamento, mentre nella seconda possiamo inserire esercitazioni di tecnica individuale di base a coppie e/o terne utilizzando trasmissioni e conduzione a ritmi non troppo elevati.

Nella seduta del mercoledì, il warm up tecnico coordinativo andrà a sviluppare aspetti di mobilità funzionali agli aspetti condizionali della seduta (generalmente il mercoledì è la seduta con più richieste sotto questo aspetto) e la parte dedicata agli aspetti tecnici vedrà le giocatrici coinvolte in percorsi o strutture dove inseriremo concetti di trasmissione, controlli orientati, contro movimenti, smarcamento, psicocinetica, atti a dare una valenza importante a questa fase. Inserimento di porticine, sagome, ostacoli vari all’interno dei percorsi tecnici ci aiuteranno a dare più soluzioni e variazioni alle esercitazioni.

Nella seduta del giovedì, il warm up tecnico-tattico integrato vedrà realizzarsi un focus importante in relazione alle richieste tattiche collettive che l’allenatore vorrà realizzare. Un percorso (sempre dopo una prima fase di riscaldamento a “secco”), dove integriamo elementi coordinativi con scalette, ostacoli etc., con trasmissione, smarcamenti, ricerca del terzo uomo, conclusione a rete, potrà essere una proposta adeguata alla nostra programmazione.

Nella seduta del venerdì, la più vicina alla gara, dovendo in quest’ultima curare aspetti legati alla rapidità e reattività delle giocatrici, anche il warm up nella sua componente tecnica e psicologica vedrà la sua realizzazione con proposte atte alla preparazione mentale alla gara: partite a campi ridotti con anche l’utilizzo delle mani per la trasmissione con goal di testa e sfide a gruppi su brevi percorsi tecnici potrebbero influire positivamente sia sull’aspetto competitivo che sull’unione della squadra stessa.

Ultimo aspetto da considerare è rappresentato dal pre training; al suo interno vengono svolti esercizi mirati per la preparazione alle richieste condizionali della seduta e per la prevenzione agli infortuni: sarà compito del preparatore atletico e dei suoi collaboratori curare questa fase che non sempre, sia per mancanza di tempo che di spazi, strutture, strumenti e materiale, viene svolta.

Molto importante, soprattutto all’interno di una selezione di calciatrici, sarà rendere le calciatrici autonome nello svolgere esercizi di prevenzione a casa o nel tempo a disposizione, perché come già detto in precedenza, il rischio di infortuni è molto più alto rispetto ai colleghi maschi.

Come in ogni fase della seduta, infine, l’aspetto del recupero (che sarà minore) e dell’idratazione non dovrà mai essere sottovalutato.

4 – Lo sviluppo dei fondamentali tecnici e tattici individuali all’interno del warm up

Sviluppare all’interno del warm up esercitazioni dedicate allo sviluppo dei fondamentali tecnici e tattici individuali ci permetterà, come scritto nei capitoli precedenti, di sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione, creando una solida continuità di lavoro atto ad andare a sopperire a tutte le carenze che inevitabilmente saranno riscontrate.

Partendo dal presupposto che la cura di questi fondamentali non deve mai essere trascurata anche su atlete che possiedono grandi abilità, troppo spesso vediamo, soprattutto nei settori giovanili, allenatori che sviluppano concetti esclusivamente collettivi senza lavorare costantemente sulle basi individuali, le quali sono le fondamenta di un qualsiasi pensiero collettivo.

Inoltre errori che si riscontrano frequentemente, anche per mancanza di conoscenze e competenze da parte dei tecnici che lavorano nei settori giovanili, riguardano le posture, gli appoggi, l’orientamento spazio temporale e tutti gli elementi coordinativi atti a far compiere il gesto tecnico nella migliore condizione ed efficacia possibile.

Alla luce di tutto questo, quindi, pur trattandosi di selezioni primavera che partecipano a campionati nazionali e talvolta costruite dopo varie selezioni, dovrà essere sempre e comunque svolto un importante lavoro individuale, dal primo giorno di preparazione all’ultimo allenamento dopo la fine del campionato.

Nello specifico in questo capitolo andremo ad individuare le competenze necessarie per sviluppare ed eseguire ogni gesto tecnico individuale indispensabile per ogni calciatrice o calciatore che sia.

Per parlare di competenze dobbiamo partire dal prerequisito fondamentale: il dominio palla. Per dominare la sfera entrano in gioco le capacità coordinative, le quali si sviluppano soprattutto nel periodo sensibile dai 6 ai 12 anni, esse permettono di apprendere, controllare, organizzare e trasformare i movimenti in modo rapido, armonico, efficace e adeguato allo scopo. Abilità, destrezza, conoscenze e capacità, rappresentano l’insieme che compongono le competenze: le abilità tecniche del calcio rappresentano, infatti, tutte le forme di comunicazione motoria specifica previste dal regolamento di gioco. Esse sono i fondamentali su cui si impianta l’azione di gioco e la capacità di ottenere, con buone probabilità di successo, le relative e specifiche interazioni tattiche.

Le competenze indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e metodologiche in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.
Sono abilità trasferite nel contesto di gioco; un intreccio di conoscenza (il saper), abilità (il saper fare), capacità (esperienza personale).

Il dominio palla significa avere sensibilità nel contatto con la palla, controllarne i minimi movimenti con parti diverse del corpo nel proprio raggio d’azione, in modo da permettere l’esecuzione successiva di un gesto tecnico in assenza o presenza di un avversario. Per un buon dominio bisogna avere empatia con la palla, un buon equilibrio sia in forma statica che dinamica, ottima sensibilità cinestesica per dosare l’impiego di forza per ogni contatto con la palla e consapevolezza della superficie anatomica più idonea da utilizzare.

Didatticamente è stabilendo un rapporto con palla, utilizzando palloni di dimensioni e peso differente, alternando colpi alla palla di forza diversa e contatti di durata e direzione diversa (con piedi, mani e testa), con esercitazioni sul posto e in movimento, con compagne o meno, con avversarie attive o passive, che le atlete possono imparare ad ottenere un buon dominio palla.

Essendo questo un prerequisito fondamentale per le competenze di tecnica e tattica individuale, servirà alle giocatrici nel gioco con la palla per gli spostamenti, conduzione, palleggio, controllo e dribbling.

Per competenze tecniche e tattiche individuali abbiamo:
1- Calciare
2- Condurre
3- Ricevere
4- Smarcamento
5- Marcamento
6- Recupero palla
7- Abilità aerea
8- Rimessa laterale
9- Tecnica del portiere

Per una calciatrice o calciatore l’esecuzione di un gesto o movimento si colloca nel contesto tecnico, mentre la scelta di un gesto o di un movimento al posto di un altro per un determinato scopo o effetto si colloca nel contesto tattico.

Da non sottovalutare è l’importanza delle proposte in campo soprattutto in base all’età delle calciatrici.
Non potendo, talvolta, dedicare sedute specifiche all’esecuzione in forma analitica di tutte queste competenze, la strada migliore sarà pianificare un lavoro specifico all’interno di ogni warm up.

“Sul piano metodologico e didattico, si può sostenere che non esistono sostanziali differenze nell’insegnamento del calcio rivolto ai bambini e alle bambine in età compresa tra i 6 e 12 anni. Le diversità maggiori si riscontreranno in età puberale, quando in fase di sviluppo, vi è nei ragazzi una superiore capacità di forza e di velocità. L’apprendimento delle competenze coordinative e delle abilità motorie, alla base dell’insegnamento tecnico di qualsiasi disciplina sportiva, dipende da una parte dalle attitudini personali e dall’altra dalle esperienze vissute. Di conseguenza, la facoltà da parte delle bambine di svolgere l’attività calcistica durante il periodo di maggior apprendimento coordinativo, dai 6 agli 11 anni di età, aumenterebbe notevolmente la probabilità di un’importante crescita tecnica in questa disciplina. Nell’impostare un programma di miglioramento tecnico-coordinativo, è necessario tener conto dei diversi stadi che caratterizzano l’evoluzione dell’apprendimento, il cui risultato è prodotto dall’esperienza nell’adattamento continuo del comportamento agli stimoli esterni”.

In relazione a quanto riportato, risulta fondamentale per l’allenatore riconoscere le reali competenze e conoscenze da parte delle giocatrici e calarsi nel contesto nel quale andrà ad operare. Sarà, inoltre, importante la scelta metodologica per l’insegnamento della tecnica, anche in base al compito e alla complessità attraverso un metodo analitico o globale. Favorire l’apprendimento e saper correggere è la base attraverso la quale un allenatore, di fronte ad atlete di qualsiasi età, può intraprendere un progetto formativo tecnico e tattico.

Partendo dal presupposto che anche da adulti si può imparare e migliorare sotto ogni aspetto sia tecnico, tattico o condizionale, in un processo di sviluppo tecnico proposto all’interno del warm up entrano in gioco in neuroni a specchio (in relazione alla capacità di riconoscere e assimilare una gestualità che l’atleta ha vissuto all’interno del contesto gioco o allenamento) che influiscono positivamente sull’apprendimento.

Il movimento femminile è in fase espansiva non solo in termini di numeri e visibilità ma anche e soprattutto da un punto di vista tecnico e tattico.

“La tattica deve essere eseguita con autonomia da ciascun giocatore: ognuno è responsabile di ciò che fa, tenendo conto dei movimenti dei compagni e degli avversari. Per giocare nel calcio moderno, infatti, è necessaria una tecnica “velocissima”, ma soprattutto “intelligente”. Questo vuol dire che ogni giocatore deve sviluppare una tecnica individuale ad altissime velocità e non fine a se stessa, ma il più specifica in riferimento alla situazione di gioco, al proprio ruolo e allo scopo da conseguire.”

5 – Gli aspetti psicologici

Se da un lato possiamo affermare che non vi è alcuna differenza tra ragazze e ragazzi da un punto di vista tecnico e tattico, dall’altro dobbiamo, invece, sottolineare come le differenze reali risultano evidenti e tangibili per quanto riguarda le sfere condizionali e psicologiche.

Se la sfera condizionale può essere studiata, monitorata, modellata e affrontata grazie alla conoscenza sempre più approfondita del modello prestativo delle calciatrici, risultando l’espressione del gioco sempre più simile a quello offerto dai colleghi maschi, non possiamo dire la stessa cosa per quanto concerne la sfera psicologica.

La donna possiede caratteristiche psicologiche e comportamentali che differiscono da quelle dell’uomo: […]“le ragazze hanno una maggiore capacità di sacrificio, di sopportare la sofferenza, la fatica, di superare la noia e la ripetitività delle situazioni, ma questo, naturalmente, non significa che non fatichino e non si annoino, ma che è più difficile cogliere questi aspetti da parte dell’allenatore, il quale deve essere attento a monitorare anche tali particolari. Sul campo, le donne si approcciano al gioco con un elevato tasso di responsabilità individuale.”

Partendo da queste considerazioni, l’allenatore ed il proprio staff dovranno curare al meglio ogni proposta, partendo dalla fase di riscaldamento, facendo sì che le atlete si sentano sia coinvolte che responsabilizzate. Spiegazioni chiare e concise, esposizione anche dell’intera seduta in maniera approfondita e assegnazione di compiti senza esitazioni o dubbi saranno fondamentali nella gestione delle singole atlete e del gruppo squadra.

Affrontare il warm up nel migliore dei modi anche in considerazione dello stato d’animo della squadra (ad esempio: un possibile post partita dal risultato negativo oppure dopo una grande prestazione) sarà decisivo per l’andamento della seduta stessa.

“Le atlete, per quanto concerne le caratteristiche sottolineate dagli allenatori, sono da una parte disciplinate, mentre dall’altra più emotive, complicate, permalose, vulnerabili.”

Questa disciplina, voglia di migliorarsi, abnegazione al lavoro anche ripetitivo diventa un’arma da sfruttare per l’apprendimento, anche in età adulta, di tutte quelle gestualità tecniche analitiche che si potranno inserire in un progetto tecnico all’interno del warm up. Essendo alta anche la competitività all’interno dei gruppi squadra composti da ragazze, bisogna valutare anche l’inserimento di sfide con o senza palla già nella fase di riscaldamento, magari in quelle sedute dove il focus condizionale sarà sulla rapidità e reattività, dove l’impegno e la voglia di prevalere sulla compagna da sfidare saranno sicuramente garantiti.

Per creare un rapporto solido tra tutti i soggetti coinvolti potrà essere utile il coinvolgimento della squadra nelle scelte di gestione, come le regole e la scelta del capitano, figura leader che può fare da ponte tra lo staff e lo spogliatoio.

Appurato quanti sono i vantaggi derivanti dalle maggior capacità di sacrificio, di sopportazione della sofferenza e della fatica, di riuscire a superare la noia e la ripetitività delle situazioni da parte delle calciatrici, potremmo riscontrare anche degli svantaggi in quanto eccessi di perfezionismo e sensi di colpa più accentuati per gli errori commessi, tendenza marcata ad auto-attribuirsi le cause dei propri sbagli, possono scoraggiare ed abbattere moralmente le ragazze più di quanto sia reale effettivamente la dinamica dell’errore in sé.

“L’allenatore deve essere in grado di infondere sicurezza e fiducia con un approccio al gioco spensierato, creando al contempo i presupposti per una migliore cooperazione e collaborazione tra compagne di squadra.”

Per questo motivo l’allenatore dovrà fornire continui feedback, incoraggiando le atlete mantenendo una gestione democratica, ma pur sempre decisa, del gruppo. In alcuni casi potrebbe essere utile adottare un approccio direttivo che aiuti a scaricare gli eccessi di responsabilità per impedire un sovraccarico eccessivo di una motivazione già alta.

6 – Esercitazioni pratiche

Il warm up, come descritto nei capitoli precedenti, si divide in due fasi: la prima generale con lo scopo di mettere in moto muscoli e sollecitare le articolazioni coinvolte nella disciplina, la seconda dove entra in gioco la specificità dell’obiettivo della seduta, sia da un punto di vista condizionale che da un punto di vista tecnico tattico. Avendo questo elaborato lo scopo di analizzare esclusivamente contenuti tecnici e tattici inseribili all’interno di questa fase saranno esposte quattro esercitazioni da proporre all’interno delle classiche sedute settimanali, dal martedì al lunedì.

Le esercitazioni non hanno lo scopo di esporre verità assolute, sia in termini di applicazione delle stesse sia in termini di minutaggio, distanze, recupero, numero di giocatrici coinvolte e input rivolti dallo staff. Ogni gruppo squadra avrà proprie peculiarità in quanto il livello tecnico tattico di ogni giocatrice sarà differente; per questo motivo ritengo che un buon allenatore si rivela non nella conoscenza della proposta, ma nella capacità di comprendere come, quando e in quale maniera proporre l’esercitazione
in base alle reali esigenze.

Come per ogni momento dell’allenamento la squadra può subire variazioni di numeri di giocatrici, in quanto gli infortuni nel calcio sono frequenti. La proposta di riscaldamento può già in tal senso subire nell’immediato una variazione che l’allenatore dovrà essere in grado di superare e di conseguenza apporre delle modifiche se necessario. Eseguire modifiche all’esercitazione stessa, insistere oppure variare in corso d’opera saranno a discrezione dell’allenatore e dello staff.

Abbinare conoscenze metodologiche a conoscenze approfondite sulle gestualità ricercate in termini di correzioni troveranno riscontro positivo da parte delle atlete, le quali se accompagnate in questo percorso da staff competenti, riporranno in loro fiducia e rispetto.

“Anche durante la fase di riscaldamento i tecnici possono e devono creare i presupposti per aumentare il numero di idee, ampliare e potenziare le conoscenze e le competenze del singolo in funzione del miglioramento collettivo, sia settoriale (difesa, centrocampo, attacco) che di squadra.”

Seduta del martedì, cerchio tecnico

Materiale: cinesini, casacche, palloni (uno per ogni giocatrice fuori dal cerchio).

Preparazione: sviluppare un cerchio con i cinesini in base al numero di giocatrici.

Descrizione: all’interno del cerchio si muovono senza palla le giocatrici che andranno liberamente ad eseguire gesti tecnici analitici con le compagne poste fuori dal cerchio. Ogni 2’ si cambiano le giocatrici all’interno del cerchio. Le giocatrici posizionate fuori dal cerchio trasmetteranno la palla con i piedi giocare a “muro” con le compagne dentro, con le mani per trasmetterla alle compagne che dovranno restituire la palla con l’utilizzo a turno di tutte le superfici del piede: interno, collo, esterno. Possiamo utilizzare anche il colpo di testa e la rimessa laterale per lo smarcamento della compagna. La scelta delle gestualità, tempi di recupero, possibilità di utilizzare più colori con le casacche imponendo una sequenza specifica di scelta, sono a discrezione dell’allenatore.

Gli obiettivi di questa esercitazione sono molteplici: la trasmissione per le giocatrici poste all’esterno del cerchio, smarcamento e ricerca della compagna libera all’esterno e la corretta esecuzione del gesto tecnico richiesto e ristabilire un rapporto atleta palla.

Seduta del mercoledì, circuito tecnico con conclusione nelle porticine

Materiale: cinesini, palloni (posizionati dietro la giocatrice A), sagome, porticine.

Preparazione: creare un triangolo con le sagome, posizionare i cinesini e porticine di fronte alle sagome esterne.

Descrizione: all’interno di questo circuito andiamo ad inserire concetti di tattica individuale quali trasmissione, conduzione e smarcamento. Durata, distanze, recupero, numero di giocatrici coinvolte, possibilità di creare più circuiti identici, saranno a discrezione dello staff. La giocatrice A trasmette alla giocatrice B, la quale deve prima effettuare uno smarcamento laterale dietro la sagoma. La giocatrice B con un controllo orientato trasmette alla giocatrice C. La giocatrice C, in smarcamento (con contro movimento corto-lungo) dietro la sagoma, con un controllo orientato supera quest’ultima, conduce fino ai cinesini ed infine calcia nella porticina. A seguito di ogni trasmissione la giocatrice prenderà il posto di chi ha ricevuto la palla, mentre chi ha calciato nella porticina andrà nella posizione iniziale qui occupata dalla giocatrice A. Ad ogni tiro nella porticina la giocatrice che si trova nella posizione B dovrà cambiare senso, in questo caso andrà a trasmettere alla giocatrice D.

All’interno di questa esercitazione possiamo inserire molteplici variazioni in base agli obiettivi ricercati. Prendiamo ad esempio la catena che coinvolge le giocatrici A-B-C: la giocatrice A trasmette alla giocatrice B la quale trasmette alla giocatrice C che gioca a muro con la giocatrice B che restituisce la palla alla giocatrice C con un uno-due. La giocatrice C, quindi, supera la sagoma, riceve la palla, conduce fino ai cinesini e calcia nella porticina. Altra alternativa possiamo inserire la giocata al terzo uomo: la giocatrice A trasmette alla giocatrice B che scarica alla giocatrice A la quale effettua una trasmissione alla giocatrice C che con un controllo orientato supera la sagoma, conduce fino ai cinesini e calcia nella porticina.

Gli obiettivi del circuito sono, quindi, trasmissione, smarcamento e conduzione. Il focus principale sarà sulla trasmissione e lo smarcamento che dovranno essere esposti e nel caso corretti. L’inserimento di contro movimenti negli smarcamenti saranno dettati e guidati dallo staff in base alla posizione occupata.

Seduta del giovedì, circuito tecnico per collaborazione in catena

Materiale: cinesini, palloni (posizionati dietro le giocatrici A e D), sagome.

Preparazione: creare un circuito a specchio con sagoma frontale alle stazioni di partenze e cinesino posizionato arretrato in diagonale rispetto alle sagome poste al centro del circuito.

Descrizione: all’interno di questo circuito andiamo ad inserire concetti di tattica individuale quali trasmissione, conduzione, smarcamento e sovrapposizione.

Durata, distanze, recupero, numero di giocatrici coinvolte, possibilità di creare più circuiti identici saranno a discrezione dello staff. In questo circuito la partenza avverrà in contemporanea su due stazioni, una occupata dalla giocatrice A e una occupata dalla giocatrice D. La giocatrice A trasmette la palla alla giocatrice B la quale dovrà agire in anticipo rispetto alla sagoma, che funge da difensore. Possiamo in questo caso far appoggiare la mano della giocatrice sulla sagoma fingendo che questa sia effettivamente un avversario. Una volta ricevuta la palla, la giocatrice B trasmetterà in scarico di prima intenzione alla giocatrice C che, una volta controllata la palla, effettuerà una conduzione per poi trasmettere alla giocatrice posta in fila nella posizione D. In posizione opposta le giocatrici D-E-F eseguiranno con le stesse modalità l’esercitazione.

Fondamentale all’interno di questa esercitazione sarà il timing con la quale le giocatrici andranno a trasmettere la palla alla stazione di partenza, in quanto le giocatrici poste in posizione A e posizione D dovranno partire sempre in contemporanea. Effettuato un numero adeguato di ripetizioni da un lato, le giocatrici C e F cambieranno la loro posizione nel cinesino posto orizzontalmente al loro. Le variazioni e alternative da proporre in questo circuito sono molteplici. Semplificando e utilizzando solo le giocatrici poste in posizione A-B-C, possiamo proporre quanto segue: A trasmette a B, la quale effettua una trasmissione in profondità alla giocatrice C che ha effettuato un contro movimento. Oppure A trasmette a B, B trasmette a C ed effettua una sovrapposizione sulla stessa. La giocatrice C, infine, trasmette a B che si è sovrapposta. A prescindere dalla combinazione richiesta ogni giocatrice dovrà sempre poi sostituire la compagna della posizione successiva alla propria. Gli obiettivi, quindi, si rivolgono a trasmissione, controllo orientato, smarcamento, sovrapposizione, conduzione ed un corretto timing che coinvolge tutto il gruppo delle ragazze coinvolte.

Seduta del venerdì, partite ludiche

Materiale: cinesini, palloni, paletti, casacche.

Preparazione: creare un campo ridotto, creare le porte con i pali, dividere le ragazze in due squadre.

Descrizione: l’allenamento del venerdì, ultimo prima della partita (se non abbiamo la possibilità di effettuare la seduta di rifinitura del sabato), può essere svolto anche in maniera ludica, proponendo nel riscaldamento (in questo caso non abbiamo il coinvolgimento dei portieri) delle partite a numeri ridotti con utilizzo sia delle mani che dei piedi. Le proposte possono variare in base agli obiettivi che lo staff si è prefissato (es: solo goal di testa o di prima intenzione con i piedi).

7 – Warm up pre-gara

Il riscaldamento, o warm up, pre-gara si differenzia in modo significativo da quello dell’allenamento per varie ragioni: dal punto di vista psicologico la calciatrice dovrà prepararsi ad affrontare il momento più stressante della settimana, cioè la partita, dal punto di vista condizionale, tecnico e tattico, la calciatrice dovrà raggiungere un proprio livello di attivazione tale da affrontare uno stimolo che in allenamento è difficile se non impossibile in alcuni casi da somministrare.

“I momenti prima di una partita sono delicati: ogni giocatore infatti vive a suo modo gli attimi che la precedono per trovare la giusta concentrazione. Dal punto di vista fisico, il giocatore deve essere adeguatamente pronto ad esprimere al meglio le proprie potenzialità, per offrire la migliore prestazione senza rischio di infortuni. Il warm up pre gara, quindi, assume un’importanza particolare e si pone lo scopo di predisporre il giocatore sia a livello fisico sia mentale”.

Proporre un riscaldamento che dia spazio sia ad abitudini e routine personali che di squadra, senza alterare equilibri con proposte differenti da quelle già portate in campo, aiuterà sia il gruppo che la calciatrice stessa a prepararsi al meglio. Gli obiettivi dal punto di vista condizionale non differiscono da quanto esposto in precedenza, le atlete dovranno affrontare una prima parte rivolta a sollecitare muscoli ed articolazioni, mentre nella seconda parte si inserirà sia la palla che accenni di rapidità per concludere con i tiri in porta o lanci tra compagne.

Non tutte le squadre sono uguali ed ogni giornata di campionato, alternando partite in casa a partite in trasferta, riserverà le proprie specificità. Spazi, misure dei campi, tempi di recupero e durata di ogni singolo momento del riscaldamento pre partita saranno a discrezione dello staff.

Sapersi adattare a contesti differenti, facendo in modo che la squadra non risenta in particolar modo di quanto possa cambiare rispetto alle abitudini, in questa fase sarà di fondamentale importanza da parte sempre dello staff.

Possiamo dividere il warm up pre gara in cinque differenti fasi: la prima autonoma, la seconda a secco, la terza con la palla, la quarta rivolta alla rapidità e la quinta sempre autonoma con tiri in porta e lanci.

1- La parte iniziale del riscaldamento sarà dedicata a trasmissioni libere tra le giocatrici, libere in uno spazio comunque delimitato dove potranno esaminare in completa autonomia la superficie del terreno ed eventuali rimbalzi anomali. Sarà una parte più individuale che collettiva, ogni calciatrice avrà il tempo da dedicare anche ad eventuali esercizi o allungamenti in base alle proprie abitudini.

2- Superata questa parte di breve durata, il gruppo inizierà con il preparatore atletico una fase di mobilità articolare sia per la parte superiore che inferiore del corpo ed il tempo dedicato sarà compreso tra i 6 e gli 8 minuti. Importante sarà sempre avere cura dell’idratazione delle atlete prima, dopo e durante ogni fase del riscaldamento.

3- Terminata la messa in moto il focus del riscaldamento sarà esclusivamente tecnico e tattico. Dividendo il gruppo in due squadre possiamo predisporre un campo di piccole o medie dimensioni dove inizialmente possiamo proporre delle trasmissioni da eseguire sotto indicazioni precise: trasmissione alla compagna con il colore diverso, obbligo di controllo orientato con l’interno o l’esterno del piede. A seguire un possesso palla a tocchi limitati o liberi.

4- In seguito il gruppo eseguirà esercitazioni rivolte alla rapidità.

5- L’ultima parte sarà dedicata ai tiri in porta e lanci tra compagne. Qui le proposte possono variare dai classici tiri dal limite dell’area dopo uno scambio con una compagna oppure da conclusioni ricevendo un cross. Ogni proposta ed esercitazione andrà valutata in ogni suo aspetto in sinergia tra allenatore e preparatore atletico.

Conclusione

La tesi, nella sua esposizione, ha lo scopo di evidenziare l’importanza della fase del riscaldamento all’interno della seduta di allenamento. Partendo dalla struttura della seduta, inserendola all’interno di una programmazione ben delineata, ho affrontato quali siano le tipologie di warm up che possiamo proporre in base agli obiettivi specifici ricercati dallo staff.

All’interno del riscaldamento possiamo, come abbiamo visto, strutturare un vero progetto tecnico e tattico sia individuale che collettivo, focus dell’elaborato.

Rilevanti sono anche gli aspetti psicologi che differenziano una selezione femminile da una maschile.

Infine, proposte pratiche e l’analisi della struttura del warm up pre gara concludono quanto esposto in precedenza.

Il movimento calcistico femminile in Italia è in forte espansione ma senza reali competenze ed investimenti difficilmente si potranno raggiungere risultati a lungo termine.

Il mio auspicio è che tante persone, addette ai lavori e non, si appassionino a questo mondo tanto bello quanto complicato.

Bibliografia

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Sitografia

Creazione esercitazioni: https://www.youcoach.it/

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